La poetica ellenistica fra Alessandria e Roma: la Chioma di Berenice

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Molto si discute anche oggi circa i rapporti fra la letteratura alessandrina e quella latina. Se è vero che l’intera letteratura greca ha fortemente influenzato la nascita e lo sviluppo dei vari generi letterari anche a Roma, l’influsso che i princìpi callimachei ebbero sugli autori romani, dall’età repubblicana sino a quella imperiale, sembra tuttavia essere di particolare rilevanza.
PSI IX 1092 r Frammento del papiro risalente alla prima metà del I sec. a.C. in cui sono riportati alcuni versi di Callimaco. Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana.

La poetica alessandrina, i cui tratti principali vennero fissati da Callimaco, uno tra i più grandi poeti ellenistici, ebbe effetti differenti e prolungati nel tempo sugli autori di Roma: il rifiuto dei generi letterari tradizionali, l’originalità di stile e di argomenti, il gusto della marginalizzazione dell’impresa eroica a vantaggio di personaggi e accadimenti minori, la figura del poeta colto e attento all’indagine filologica, le opere brevi e formalmente raffinatissime in contrapposizione a quelle lunghe e poco stilisticamente elaborate, proprie soprattutto del genere epico, sono tutti elementi della letteratura greca di quel periodo che si rifletterono sul mondo latino, il quale aveva però contemporaneamente l’esigenza di fondare i propri pilastri letterari: se infatti i poeti alessandrini potevano contare già alla loro epoca su una vastissima tradizione letteraria di almeno quattro secoli, a cui per altro molto spesso si rifecero, a Roma invece la letteratura era molto giovane, ancora alla ricerca delle sue figure fondanti, quali lo erano state ad esempio Omero ed Esiodo in contesto greco.

Esemplificativo di questo singolare contesto di “sfasatura” cronologica e dell’osmosi letteraria fra queste due culture è uno dei più noti e bei componimenti che l’antichità ci abbia trasmesso: la Chioma di Berenice. Si tratta appunto di un’elegia di Callimaco, poeta vissuto tra il IV e il III sec. a.C., la cui figura è fortemente legata alla città di Alessandria d’Egitto, principale centro di cultura dell’epoca, al suo Museo e alla celebre Biblioteca, dove l’autore svolse un prezioso lavoro di catalogazione di tutti i volumi ivi conservati.

Il testo di Callimaco ci è tuttavia giunto incompleto, mentre possediamo integralmente la traduzione latina di Catullo, il grande poeta latino del I sec a.C. che forse più di tutti, assieme agli altri neòteroi, aderì ai principi callimachei.

L’originale greco faceva parte degli Aitia, una raccolta di elegie che indagavano l’origine di nomi, usanze e tradizioni religiose, giuntaci frammentaria. In questo componimento l’autore racconta della chioma della regina Berenice, moglie del re d’Egitto Tolomeo III, che poco dopo il matrimonio era partito per una guerra contro la Siria: Berenice promise che l’avrebbe consacrata ad Afrodite, se il re fosse tornato sano e salvo. Quando Tolomeo rientrò in Egitto Berenice mantenne la promessa, tagliando la sua splendida chioma, che tuttavia qualche tempo dopo sparì. L’astronomo di corte Conone la ritrovò quindi in cielo, sottoforma della costellazione che ancor oggi è chiamata Chioma di Berenice.

cielo

La traduzione latina di Catullo si distingue per la sua maggiore fedeltà al testo originale rispetto all’uso dei testi greci proprio dei poeti latini arcaici ed è un’ulteriore conferma della marcata vicinanza contenutistica e formale del poeta veronese ai principi callimachei.

Celebre è la traduzione dell’elegia in lingua italiana di Ugo Foscolo.

BIBLIOGRAFIA

Catullo, I canti, intr. e note di A. Traina, trad. di E. Mandruzzato, Milano, BUR, 1982;

Callimaco, Inni [e] Chioma di Berenice, a cura di Valeria Gigante Zanzara, Milano, Garzanti, 1984

Ugo Foscolo, Opere, a cura di F.Gavazzeni, Milano-Napoli, Ricciardi, 1974;

AA.VV., Storia e autori della letteratura greca, vol.3, Bologna, Zanichelli, 2009, pp. 49-55;

M. Labate, Forme della letteratura, immagini del mondo. Da Catullo a Ovidio, in Storia di Roma, diretta da A. Schiavone, 2 (L’impero mediterraneo), I (La repubblica imperiale), Torino, Einaudi, 1990, pp. 923-965;

libreria-alessandria-300x176 Ricostruzione grafica della Biblioteca di Alessandria.

Testo a cura del nostro studente Lorenzo Carrea.

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